Due primi posti in gare Nazionali....mai successo prima (mi sembra).
Due gare completamente differenti sia a livello tecnico che di lunghezza: è come se Carosi (classe 1964) vincesse i 5000 metri (suo il record italiano master) e la marotonina di 20 KM (qui il record è di Stefano Baldini)
Un primo posto su cartina e percorso tecnico, con un distacco, dal secondo italiano, inimmaginabile : 18 minuti.
Primo posto in Coppa Italia M55.
Le due gare sono state preparate sia a livello fisico che tecnico (nel limite delle mie possibilità e capacità), ma quello che ha fatto la differenza è stata la "motivazione" e la testa finalmente in sintonia con il corpo, la carta e i tracciati.
Gara di Marostica.
Tre..due ..uno...prendo la carta, sono il primo a partire della mia categoria e inizia a piovere!!!
Piano, poi sempre più a dirotto.
La cartina diventa sempre più molliccia.
I piedi sempre più a mollo.
La paura di scivolare nelle curve.
Le lanterne però mi appaiono li dove devono essere, quasi mi chiamano.
Mi sembra, tra uno scroscio e l'altro, che siano più luminose e dai colori più vivi rispetto alle mille altre disseminate nei vari parchetti.
Decido di fidarmi della carta (che si legge benissimo) e quindi non controllo il codice, né la descrizione punti.
Ritmo regolare e scelte obbligate (tranne due/tre con due varianti).
Nessun errore solo sbavature.
Nel finale non leggo la carta e non vedo il piccolo sentierino che porta alla 100 e perdo 6/10 secondi dai primi, ma conquisto il podio con 11 secondi su Leonardo.
Io ho 6 rimi tempi. mentre Curzio ne conquista 7.
Nella 9 e 10 lanterna guadagno fino a 32 secondi e nonostante un finale in netta rimonta, Leonardo non riesce nella remuntada.
La gara è filata liscia, ma non sono completamente soddisfatto perché il percorso e il terreno erano troppo semplici; più adatto ad una MB (a cui eravamo abbinati, il vincitore con almeno 20 anni di meno nelle gambe, ci ha messo due minuti in più (il 15% più lento), ma a mio giudizio il percorso era poco adatta alla Master 55.
Nelle gare "facili" a volte riesco a fare risultato, è in quelle toste che prendo ancora cantonate madornali come un principiante....
Monte Corno
Giornata bellissima, panorama stupendo: un balcone naturale sulla pianura.
Boschi incantevoli e magici.
Faccio fatica a pensare a quanti sono rimasti qui per mesi al freddo, sotto la neve, in trincea a combattere e morire: italiani, inglesi, austriaci, americani....

La prima lanterna so di dover andare in sicurezza e lento (qui non si vince la gara, ma di sicuro la si può perdere).
La tratta è lunga, tosta occorre "entrare in carta" subito. Leggo bene e faccio tutto a regola d'arte come da manuale del perfetto Orientista di BIELLA.
Per la seconda, in un primo momento penso di scendere sulla strada e poi di attaccarla dal basso perché il terreno mi sembrava poco adatto a correre in costa e invece sono subito sotto la collina. Azimut e miglior intertempo, primo tempo assoluto (che non lascerò più anche se negli split di Oribruni c'è un mio secondo posto alla 15° lanterna, ma il secondo in classifica ha fatto una lanterna in meno (il PM non lo vedo, non capisco perché è in classifica senza una punzonatura?):-) BOH leggi dell'informatica quantistica!!!!
Per la terza lanterna scendo in verticale, ma non si può andare ad Azimut e così ho paura di saltare il punto.
Rallento.
Appena vedo che il terreno spiana mi rilocalizzo e sono ...perfetto. Non ci posso credere!!!!
Forse il trucco è stato quello di non pensare che stavo andando bene, ma solo step by step, lanterna dopo lanterna.

Alla 4 tutto ok, anche se sono basso come tanti altri.
Per la 5 arrivo sicuro fino al punto, dove, non sono per quale motivo, non vedo la lanterna messa nella buca (di roccia) e pascolo un po distratto.
Punzone e riparto con prudenza per evitare di sommare un errore ad un altro errore.
Massima pendenza (tratta di collegamento) poi una bella tratta.
Leggo ancora bene il terreno e i punti d'arresto per arrivare in quota sulla lanterna.
Scendo a razzo e do una dritta a Gigi che sta pascolando troppo sotto.
Per la 8 so che dopo la corsa veloce di avvicinamento devo rallentare e leggere: la zona è tosta.
Cambio punto d'attacco al volo perché mi ritorna più facile prenderla da sinistra.
Altra tratta corta ma tosta.
Queste sono uno dei miei punti deboli.
Sono lento, insicuro e soprattutto non riconosco il terreno.

La 10 è in salita. Timbro e punto alla 11 dicendo di non cadere nel tranello di scendere al primo prato.
Sto in quota, resisto e arrivo dove volevo arrivare: alto nel prato, prendo sentierino e poi lanterna.
La successiva è vicina, vado tranquillo e mi faccio sviare da una su una collina che ovviamente non è la mia: ricollocazione e via.
Sono stanco soprattutto di testa: cala la concentrazione e la "motivazione".
Quando finisce il tutto?
Ma dopo tutta sta fatica molli alla fine?
Corro nel prato e salgo nel bosco per la massima pendenza (qualche apprezzamento gentile mi è volato al tracciatore).
Sto a sinistra per essere sicuro di non mancarla. Riconosco l'avvallamentino mii sposto in curva e trovo la lanterna.
Timbro e vado a prendere il sentierone in costa per poi entrare e fare la 14: me l'aspettavo prima (forse desideravo che arrivasse prima). Sono stanco e ho paura di sbagliare.
Rallento e non ni faccio distrarre dai molti atleti in gara.
Corsa in costa per arrivare alla 100 (qui sono lento) e discesone per attraversare l'arco dell'arrivo..
Grande gara.
Guardo stupito l'orologio che segna 58 minuti e lo split time che mi dice "primo di 9 arrivati su 27 partiti...ma io ero tra gli ultimi...forse non hanno scaricato...o forse non sono arrivati.
Gara molto bella forse una migliore distribuzione dello sforzo si poteva fare, i piazzamenti sono stati molto incerti fino alla fine: Sommacal, Manzoni, Crippa sono stati secondi e terzi, ma alla fine Demattè e Biroli hanno avuto la meglio.
Impegni permettendo spero di fare un'analisi tecnica sulle due gare con un sguardo generale.
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