sabato 11 agosto 2012

LONDON 2012...noi c'eravamo

Questa Olimpiadi per noi è inizia da molto lontano circa un'anno fa.
Paola ha scelto come regalo per i miei 50 anni di "trovare" i biglietti (e poi il viaggio) per London.
Non è stato facile come dirlo, perchè ci siamo messi in coda per la ruota della fortuna e l'assegnazione dei biglietti sul sito ufficiale delle Olimpiadi..avvenuta in assoluta casualità (certo avevamo scelto le discipline, ma il giorno o la squadra non era possibile): è arrivato un biglietto per i quarti di finale della pallavolo femminile. 
Le richieste, da parte di tutto il mondo sono state tantissime e molti sono rimasti a bocca asciutta.
Poi abbiamo pensato al volo orientandoci su Genova (vista la nostra vacanza in quel di Albissola) e infine l'alloggio (qui per fortuna ci ha dato una grossa mano il cugino di Paola, Walter che abita e lavora a Londra).
Alla fine dopo varie ricerche riesco ad acquistare anche due biglietti per l'Atletica leggera (la mattina dopo il nostro arrivo).
Sarà una toccata e fuga, visto che le nostre due pargole sono con i nonni, ma è il massimo che possiamo fare per ora.
Le bimbe sono tranquille e ci salutano senza pianti o drammi (che brave!).
Tempo caldo e bello e così lunedì mattina siamo in stazione di Albissola per prendere il treno per Genova.
Alla stazione "fantasma" c'è anche il comando di Polizia Urbana dove pago una multa per divieto di sosta (ultimo giorno disponibile prima che spediscano tutto a casa con aggravio di spese...curiosità: sul verbale della contravvenzione la Wolkswagen ora ha un'altro modello che si chiama SHARANGEL...)...
La mattinata iniziata bene si fa storta:Terminale treni rotto, nessun ferroviere a cui chiedere info e un autoparlante che, non solo per la vicinanza dell'autostrada, si sente malissimo, oltre ad avere un volume bassissimo, edifici abbandonati, scale ripide per accedere ai binari e cigliegina sulla torta treni in ritardo di ben 70 minuti...
ma per fortuna non è il nostro...il nostro treno viene annuciato dopo con solo 30 minuti di ritardo.
Peccato che ogni tanto questo ritardo aumenta...
Paola freme, ha paura di perdere l'aereo..chiama nonno Carlo per un passaggio in auto...l'autostrada intanto si blocca (per ora solo quella che va verso Savona, ma l'ingresso ad Albissola è tremendo)..autoambulanze con sirene spiegate che si fanno largo tra le auto...la signora vicino a noi è in stazione da 2 ore e mezza e nessun treno è passato per GENOVA!!!!
Dopo 90 minuti d'attesa passa un treno vuoto e non si ferma..alla fine finalmente ormai disperati arriva il treno con 60 minuti di ritardo..secondo i miei calcoli ce la dovremmo fare o stesso.
Altra stazione fantasma a Genova (Cornigliano) aspettiamo il Volabus per l'aerporto, visto che i pochi passanti non ci sanno dare info su come raggiungerlo a piedi visto che dista solo 10 minuti.
Per fortuna l'autista non ci fa il biglietto (6 euro a testa) visto che il tragitto è brevissimo (la tariffa è la stessa non importa dove sali).
Check-in tutto OK...fra poco si parte... cielo nuvoloso dopo settimane di bel sole, mentre le piccole sono al parco gioco e non al marecome al solito.
Voliamo con la British Airways, ma il tè che ci offrono e imbevibile e nel panino che mangio riesco a stento a capire cosa ci sia dentro!!!
Arriviamo in orario a London con il sole e una temperatura molto gradevole per noi.
Walter ci attende in maglietta e ombrello.
E' sempre speciale ed efficiente, una sicurezza oltre ad essere  piacevole passare del tempo con lui.
Si scende alla fermata London Bridge, subito fuori dalla stazione c'è il mondo, un mondo di colori (non solo pioggia, sole e vento in tipico stile inglese) ma di vita, frenesia, agitazione e su tutto la scarica elettrica di essere alle Olimpiadi.
Alziamo gli occhi e il nuovo grattacielo di Renzo Piano è sopra di noi.
Polizziotti (con tanto di borraccia nell'apposita cintura stile maratona...manco fossimo nel deserto) a piedi, in bici, a cavallo, finti improbabili polizziotti con cartelli e tanto di presa in giro alle migliaia di persone che abbiamo trovato ad ogni angolo e incrocio. Persone che assistono, aiutano, dirigono e fanno attraversare le strade per andare ai vari siti Olimpici.
Walter ci porta al ponte di London Bridge e da lì facciamo una bellissima passeggiata lungo il Tamigi: FANTASTICO.
Un po' di sole ci permette di vivere appieno questa città così ricca di locali (tutti belli, interessanti e molto diversi tra di loro), di parchi giochi per i bimbi (uno aveva un sacco di giochi e una distesa immensa di sabbia, non solo attrezzato di tutto, ma anche con la sabbia di vari colori. Le nostre bimbe sarebbero impazzite di gioia). 
Diseminate per la città ci sono le mascotte dei Giochi, un pupazzo nelle vesti delle  varie discipline, ad esser sincero mi sembrano bruttarelle...
Cantieri in piena attività, casa rifatte, un nuovo look per alberghi,ponti e poi i cinque cerchi,il colore viola delle Olimpiadi (per terra hanno creato la corsia per gli Olimpionici), pubblicità di Bolt, indicazioni sui vari stadi, centri gara e sempre tantissima gente che dà info, cartine e gentilmente si offra di aiutarti con il sorriso sulle labbra.
Lungo il fiume passa prima una nave da sbarco militare con i tipici colori della mimetizzazione (mi viene in mente il famoso D-day e lo sbarco in Normandia) e i soldati in assetto di guerra, poi un supergommone pieno zeppo di soldati vestiti di nero (compreso passamontagna), con giubbetti e fucili (di notte sarebbero invisibili).
La presenza della polizia si vede, è ovunque ma discreta, normale.
La gente che passeggia o che è uscita dal lavoro ci lascia esterefatti: dai classici vestiti inglesi, si passa a fantasiosi accostamenti di colori(inguardabili), dalle cannotte ai maglioni, dai cappellini alle sciarpe di lana, dalle infradito agli stivaletti con pelo all'interno.
Evidenti e riconoscibili gli stranieri, i tifosi della propria nazione, come gli inglesi....anche solo sedersi e guardare è bello.
Passiamo dall'albergo che si trova a pochi passi dalla casa di Walter e a pochi minuti dal palazzetto della Pallavolo: perfetto meglio di così non poteva essere (grazie ancora Walter!).
Cena in pub inglese (Fish e chip, birra  per me) e televisione sintonizzata sulle Olimpiadi: sono appena iniziate le gare dell'Atletica la vera regina delle Olimpiadi.
Passegiata notturna fino a Westminster e qui una grande sorpresa: vengono proiettate delle foto lungo la sua immensa facciata con colonna sonora e si parte dal 1908 (prima Olimpiadi a Londra) per passare a quella del 1948 e poi ai podi (inglesi) dell'ultima.
L'impatto è bellissimo, l'effetto grandioso, mentre nel cielo a tratti compare la luna rendendo ancora più incredibile la serata.
La matina successiva partiamo subito dopo la colazione per lo stadio Olimpico e alla fine decidiamo per la fermata di Stratford, anche se vengono consigliate altre fermate per non sovraccaricare il sistema.
Nel metrò è tutto organizzato in modo efficiente ed efficace: l'ingresso (si entra da una sola parte e si esce da un'altra), ma anche gli spostamenti sono ben fatti con transenne e personale che indirizza gli spettatori (moltissime persone in cima ai seggioloni stile bagnino o arbitro della pallavolo) con megafoni che continuamente danno info a quelli che passano.
Alcuni sono dei veri attori e mimano gesti, parodie, la freccia di Bolt già loro sono uno spettacolo e che dire delle migliaia di persone con la manona e l'indice puntato per indirizzare tutti verso la strada giusta?
E' un fiume in piena quello che si direge al villaggio olimpico e non solo per le gare d'Atletica (stamatina saremo in 80 mila), ma la coda è al massimo di pochi minuti per superare i vari cancelli e i controlli di sicurezza.
Andiamo a vedere i nostri posti che sono nell'anello inferiore a pochi decine di metri dalla pista, in curva, la curva dei 200 metri.
Manca un'ora all'inzio e nello stadio c'è poca gente, ma l'emozione di entrare e forte.
In fondo brilla la torcia olimpica, com'è piccola! La pensavamo più grande.
Due grossi schermi giganti rimandano immagini bellissime, mentre la musica si sente forte e chiara (non esiste paragone che regga  con gli stadi italiani), mentre uno speaker comincia ad informare il pubblico sul programma.
C'era poco da scegliere quando ho preso il biglietto, ma ci è andata tutto sommato bene: qualifica giavellotto femminile, qualifiche 110 H con Abbate impegnato e qualificato, il dramma del cinese e anche di molti altri caduti tra gli ostacoli, qualifiche 5000 donne (altra nostra atleta qualificata) e poi il salto triplo con ben due italiani in gara e tutt'e due qualificati con buone misure (ci sarà poi il bronzo) e qualifiche dei 200 metri uomini.
Ore 11.50 sotto di noi entra il Re dello sprint: Bolt.
Non è da poco vedere il più grande sprinter gareggiare e partire sotto di noi: DA NON CREDERE! Immensa fortuna!
La mattinata scorre piacevole tutto è ben organizzato, ben fatto, poi ci sono i filmati, i repley, la musica che accompagna i vari momenti, lo speaker, insomma uno show a tutti gli effetti. 
Sensazioni forti quando un atleta di casa gareggiava e ancora di più se si qualificava: un'apoteosi di bandierine, di urla, una marea di gente che faceva venire i brividi.
Anche noi come (quasi) Bolt scattiamo verso la metrò, prima della fine delle gare per arrivare in tempo a vedere la pallavolo.
Ieri sera abbiamo appreso che hai quarti di Pallavolo c'è l'Italia, ma gioca la sera, mentre noi abbiamo i biglietti per vedere le partite del pomeriggio dove spicca il Brasile.
In fondo in fondo spero di fare uno scambio di biglietti...detto fatto. 
Lungo la strada pedonale che ci porta al palazzetto una coppia digiovani brasiliani vedendo le nostre faccie dipinte con la bandiera italiana ci offrono i biglietti per la sera.
Non ci posso credere, Paola sul momento non capisce cosa chiedono, ma io mi rendo conto che come stanno stanno sperando in uno scambio di biglietti.
Verifichiamo date, orari e prezzi, i loro sono a un costo più basso e subito compensano  la cifra. 
Lo scambio è fatto a loro i biglietti del pomeriggio e noi quella della sera. Niente è impossibile. 
Chiamiamo Walter (il tutto è avvenuto quasi sotto a casa sua e al nostro albergo) e così rifacciamo il programma della giornata.
Quando ha saputo che abbiamo scambiato i biglietti con dei brasiliani si è un po preoccupato perchè spesso danno delle fregature...speriamo in bene.
Walter non finisce di stupirci e ci riempe non solo di attenzioni ma anche di regali:la sacca ufficiale delle Olimpiadi carica di doni bellissimi per noi e le nostre piccole bimbe.
Pranzo in albergo e poi via in metro ad Hyde park dove si è concluso da poco il triathlon.
Da li andiamo a Buckingham palace, Trafalgar square e poi Covent garden alla casa del te e  a uno dei tanti negozi di gadeget olimpici.
Il tempo scorre velocissimo e la voglia di vedere tanto ci porta a vivere tutto intensamente, ma anche un po troppo velocemente e forse in maniera superficiale. Siamo  storditi dalla città, dagli eventi, dal clima, dal cibo insomma da tutto.
Ore 19.00 siamo all'ingresso Earl's court, i biglietti sono Ok,  dentro è caos organizzato. 
Finalmente un po di caldo, dopo il vento e il freddo della mattinata allo stadio (abbiamo messo indosso quasi tutto quello che avevamo di pesante).
Prima partita c'è gli USA e la R. Domenicana e poi l'italia con la Korea.
Palazzetto gremito, musica a palla manco fossimo in discoteca (ogni cambio palla, time out o sospensione c'era un ritornello sempre diverso di una canzone famosa e poi il pezzo dei Queen "We are the Champion"), lo speaker si aggirava tra il pubblico con skecht, giochi e animazione varie rendondo tutto più da grande festa sportiva...
Usa alla grande stendono le domicane in 3 set a 0 e poi arrivano le nostre.
Da temere sopratutto l'alta "martella" Koreana. Il primo set se lo aggiudicano, ma poi inizia il declino.
Battuta troppo facile, la loro palleggiatrice (sostituita nel secondo set) poteva fare quello che voleva con schemi dove partivano in 3 contemporaneamente.
A rete diventa difficile murare visto che poi la palla la davano a quel mostro di bravura della loro schiacciatrice.
Mentre le nostre non trovano validi schemi d'attacco, loro si esaltano come non mai entrando in trance agonistica salvando l'impossibile e attaccando alla grande.
Peccato che abbiamo perso.
Ultimo té con Walter alle 23.30 per festeggiare il comleanno di Paola il giorno dopo e poi i saluti e gli arrivederci in Italia per Natale.
Colazione e via per l'aeroporto, ma al check-in automatico non ci riconosce il  biglietto.....per fortuna poi l'addetto risolve tutto.
Si parte in leggero ritardo siamo all'ultimo posto in fondo dell'aereo schiacciato nell'angolo.
Camminata a piedi per la stazione e poi il treno per Albissola e l'abbraccio delle nostre gioie (per fortuna sono state bene e tranquille e non hanno sentito più di tanto la nostra mancanza. 



1 commento:

  1. Veramente un bellissimo modo per festeggiare il compleanno, l'atmosfera olimpica, specialmente per chi è appassionato di sport, trasmette sempre un'emozione particolare, mi ricordo com'era passeggiare per Torino nel 2006, posso immaginare cos'è stato in una metropoli come Londra e per le olimpiadi estive, molto più ricche di avvenimenti rispetto a quelle invernali.

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