mercoledì 14 settembre 2011

Pronostici ..quasi rispettati.

La gara non è tata vinta da Oleg (come da me pronosticato). Il russo, subito dall’avvio non si è trovato a suo agio su questo terreno, ma soprattutto su questa cartina con un errore pesante alla numero 12 (nel dopo gara mi ha detto che non si ritrovava con la cartina, che non era buona. Forse la cartina era così dettagliata da creargli troppi problemi e non è stato l’unico).
Su i sei da me citati: Pradel e Corradini sono sul podio, mi è scappato solo  Beltramba, mentre subito dietro  Casagrande, Oleg e Baccega (5 su 6 posizioni, non è male). Fuori dai giochi solo Pilat.
Anche il mio obbiettivo di entrare nei primi 10 italiani si è avverato, nonostante ho buttato via quasi 3 30”  verso la fine su una lanterna corta e relativamente facile (ci sono passato di fianco, ma non ho riconosciuto il terreno e non ho visto la lanterna…e non passava nessuno).
Decisamente azzeccata la previsione per la staffetta in M+45, nonostante la pressione i “predestinati a vincere” ce l’hanno fatta ma  solo nell’ultima frazione con Casagrande (Ori Pergine).
Comunque è stata una grande lotta (a parte i marziani della svizzera inavvicinabili) con al primo cambio: 7 squadre in 7 minuti e passava ottavo Luca.
Altro cambio e altro sussulto nella classifica dove risale il Primiero, il Pergine, grande rimonta dell’Amatori e un posto conquistato anche per il Varese che cambia come  7 (dal primo all’8 ci sono ben 17 minuti).
E’ il mio turno.
Al via decido di tagliare la descrizione punti e di sistemarla nell’apposita custodia al braccio. Nell’economia della gara mi costa troppo a livello di stress e possibili errori e uscite male dal punto aprire e chiudere la cartina ogni volta che arrivo a timbrare.
Decido di non pensare che è una staffetta, ma solo una gara tra me e il bosco.
Per il primo punto scelgo la curva di livello, ma è una scelta lenta (le curve sono molto ravvicinate e si corre in piedi, anzi cado più di una volta) arrivo appena sotto il punto, ma sono lento.
La seconda  il terreno e le mie gambe e la tensione mi portano subito verso il basso per prendere il sentiero: troppo in basso. La salita si fa sentire per fortuna la 3 e la 4 si vedono e non ci sono particolari problemi.
Per la 5 decido di stare in costa e tenere come margine il pratone.
Per la 6 vado  subito a cercare il sentiero e poi entro nella zona con cocuzzoli e piazzola passando sopra le rocce. Raggiungo un atleta che è della mia categoria, ma è lento lo supero. Nel giallo vado piano e trovo il punto. Corro in costa ed esco ancora sul sentiero. Mi ricordo che Luca aveva trovato una croce, ma dov’è? Un atleta (quello raggiunto, che mi ha di nuovo superato) è proprio davanti e solo quando si sposta vedo la croce.
Entriamo piano seguendo i gialli, riconosco i 3 sassi di ieri (avevo un punto) e poi la radura.
Decido di partire in quarta ricordandomi la strada fatta ieri.
Lo so che uscirò basso di una curva di livello rispetto al punto spettacolo, ma penso solo a correre.
Esco sulla pista da sci e dal basso arriva un boato di urla, dove distinguo perfettamente il mio nome e gli incitamenti dei miei compagni e amici.
Non è che riesco a capirci tanto. Anzi non capisco proprio niente e se per tutta la gara non ho pensato alla mia posizione, figuriamoci se lo faccevo adesso!!!
Davanti a me ci sono alcuni atleti e di sicuro almeno uno della mia categoria (credo Orler). Si parlano ad alta voce, si suggeriscono la strada, si aiutano.
Grazie a Luca e Daniela mi ricordo che la zona pullula di lanterne, con molti sassi, radure ecc devo stare attento, posso perdere tanto tempo.
Mi defilo dietro a loro e cerco di rimanere concentrato. Arriviamo nell’avvallamento e due si precipitano su una lanterna posizionata al sasso. Mentre loro verificano, aprendo la cartina, se era la loro lanterna io guardo la descrizione e capisco subito di non essere sul mio punto.
Intanto mi si accende una  lampadina: Luca (sempre lui) mi aveva detto che se trovavo la lanterna sul sasso numero tal dei tali e se la mia era la radura dovevo andare sopra.
Parto verso l’alto e la vedo. La trovo dopo di che mi fiondo verso il basso e la lanterna nel pratone-palude a valanga.
Senza quasi guardare corro verso la 100, ma mi trovo più in basso e devo risalire fino al sentiero: che fatica. Il cuore batte a 1000 e le gambe non tengono più il ritmo. Per sicurezza mi volto indietro e non vedo nessuno. Guardo avanti e non vedo nessuno. Ormai quello che ho fatto ho fatto.
All’arrivo (stremato) sono accolto dalla squadra del Varese che mi fa le congratulazioni per la bella prova: siamo riusciti nell’impresa di rimontare posizioni su posizioni e conquistare la MEDAGLIA di BRONZO (anche questa pronosticata ma molto sudata).
Ottimo risultato e anche senza gli errori di tutti sarebbe stato molto difficile agguantare il secondo posto.
A pochi minuti dietro noi  la compagine del Primiero e dell'Ori sasso (in classifica è 25 ma il primo tempo non è possibile 3 ore e 40 minuti, infatti negli split è 40 minuti e aveva cambiato per prima delle italiane)
Non si sa per quale preciso inghippo, ma le premiazioni sono arrivate tardissimo e per fortuna che non dovevamo ritornare a casa.

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